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La follia dei cristiani
Cosa pensavano i pagani dei cristiani nei primi secoli ...

1. Nei primi tre secoli il vangelo della Croce è stato il punto di frattura tra gli autori pagani ed i cristiani. Noi superficialmente pensiamo che i cristiani siano stati perseguitati e vittime di torti subiti in processi sommari con scarse garanzie giuridiche. Pensiamo che i cristiani siano stati osteggiati con strumenti politici e polizieschi. In effetti le cose non sono andate sempre così. La cultura antica non ha opposto al cristianesimo le armi, ma la sottigliezza dei raffinatissimi ragionamenti d’ordine filosofico. Qual è dunque il punto di rottura e di contesa? Il Vangelo della Croce.

2. I cristiani non tardano a prendere coscienza dell’intensità della reazione che l’annuncio dell’evento pasquale provoca negli uditori Gentili: stoltezza, follia, scandalo finiscono col diventare termini emblematici del conflitto tra paganesimo e cristianesimo. Paolo in 1Cor 1,17-31 punta tutto il suo annuncio sulla follia e la stoltezza della croce. Giustino nel dialogo col giudeo Trifone reputa “non solo paradossale ma addirittura folle” (48,1) il mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo. Taziano afferma accorato: “Non siamo pazzi, o Greci, né raccontiamo sciocchezze annunciando che Dio è venuto in forma umana”.

3. Ascoltiamo un po’ il campo avverso, quello dei pagani che giudicano i cristiani. Plinio il Giovane invia dalla Bitinia una lettera a Traiano, pregandolo di dargli istruzioni sulla procedura da seguire coi cristiani condotti davanti al tribunale. Si mostra seccato soprattutto sulla loro pertinace, folle ostinazione verso una superstizione balorda. Apuleio nell’Asino d’oro dipinge la moglie del mugnaio, cristiana, come una donna crudele e lasciva che ha rinnegato e calpestato gli dei in nome di sciocche e inconsistenti pratiche religiose. Svetonio accusa i cristiani di magia e di pericolo per la società. È soprattutto la testimonianza del martire cristiano che suscita fastidio e irritazione perché, pazienza la stupidità, ma quando ci si mette anche la caparbietà fino a morire, non c’è più spazio per la ragionevolezza ed il buon senso. Epitteto bolla i cristiani come matti e dementi. Marco Aurelio squalifica il martire cristiano come un esibizionista non sostenuto da un’adeguata riflessione. Luciano di Samosata ritiene “gli adoratori dell’uomo crocifisso in Palestina come pazzi, poveri scemi e disgraziati imbecilli”. Senza tirare in ballo Celso o Porfirio vi sono elementi sufficientemente chiari per scorgere nella reazione pagana non un’irragionevole opposizione ai cristiani, ma al contrario sono i cristiani che risultano irragionevoli e folli, nemici della sana tradizione e della morale dei padri, pericolosi corruttori dei principi sapienziali. Tutto questo ci fa un po’ impressione sia perché i cristiani non smentiscono questa accusa, sia perché oggi non risuona più questo scandalo. Il cristianesimo ha preso il posto del buon senso e della ragionevolezza pagana. La liturgia di Quaresima e di Pasqua viene in nostro aiuto per far risuonare lo scandalo della Croce e impedire che venga neutralizzato dall’abitudine di vedere il Crocifisso.
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