Ad Un Tratto L.C.Novati e Mario Luzi |
CALCHI NOVATI DIPINGE LA POESIA DI MARIO LUZI
Opere di: Mario Luzi, Calchi Novati Testo di: Roberto Tagliaferri
Traduzioni: Elisabeth Ferrero
POESIA E PITTURA
La pittura è poesia silenziosa,
la poesia è pittura che parla
(Simonide)
L’espressione di quel che esiste
è un compito infinito
(M.Merleau-Ponty)
Ogni forma artistica è un atto critico, è “una critica della vita” come un’affermazione contrapposta al mondo per reinventarlo, per giocare con la creazione dimenticando il conflitto competitivo, la paura di essere esposti, abbandonati nel tempo e imparando il difficile esercizio del nascere e del morire.
Due maestri si incontrano, due sensibilità si interpretano: Mario Luzi e Ludovico Calchi Novati. Un poeta e un pittore con il coraggio della sinergia artistica, con la curiosità di vederci più chiaro, senza l’imbarazzo di un’intrusione quasi illegale in campo avverso.
Ritorna alla mente l’apologo raccontato da Leonardo: "Portando il dì del natale del re Mattia un poeta un’opera fattagli in laude del giorno ch’esso re era a benefizio del mondo “nato” et un pittore gli presentò un ritratto della sua inamorata, subito il re rinchiuse il libro del poeta, e voltossi alla pittura, et a quella fermò la vista con grande admirazione. Allora il poeta forse disdegnato disse: “O re, leggi, leggi, e sentirai cosa di maggiore sustanzia che una muta pittura”. Allora il re, sentendosi riprender del risguardare cose mute, disse: “O poeta, taci tu che non sai cosa ti dica; questa pittura serve a miglior senso che la tua, la quale è da orbi".
Senza voler contrapporre la pittura alla poesia, “poiché noi abbiamo concluso la poesia essere in sommo grado di comprensione alli ciechi, e che la pittura fa il medesimo alli sordi”, conviene metterle in contatto per diradare qualche ombra dal vero.
Oramai ci siamo convinti con Schumann che “l’estetica di un’arte è quella di tutte le arti; soltanto il materiale è diverso”.
Luzi, poeta della “fisica perfetta” e insieme testimone sensibile del “flutto che rapisce la bellezza”, Calchi Novati, pittore della Lichtung heideggeriana, della radura dove la luce trapela appena nel folto nero dell’oscurità della foresta.
Due artisti del Mistero, due recidivi indagatori del segreto del mondo, capaci di incantare con la loro maestria e di estraniare per il presentimento dell’inviolabile enigma della infinita rinviabilità delle cose, quali segnature e orme di una presenza silenziosa ed ammiccante.
“Solo l’arte può rendere parzialmente accessibile, può fare lievitare fino a una certa comunicabilità, l’alterità inumana della Materia, l’inafferabilità della roccia e del legno, del metallo e della fibra” (G. Steiner).
Luzi e Calchi Novati, artisti di lungo corso in un tempo disincantato, che non ha smarrito gli indizi del molto che resta nell’ombra.
Roberto Tagliaferri
Scipione Castello, 56
Salsomaggiore Terme (PR)
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