I Marchesi discendenti dai rami della grande famiglia dei Pallavicino governarono per secoli feudi in tutto il Parmigiano, il Piacentino e in Lombardia.
Nell’albero genealogico presentato in queste pagine viene analizzato lo sviluppo del ramo di Scipione.
Il 26 febbraio 1227, i tre figli di Guglielmo Pelavicino e di Solestella, figlia di Armanno Conte di Bardi, Uberto, Manfredo e Pelavicino, dividevano i beni, parte paterni e parte materni, posti nel Piacentino e nel Parmigiano. A Manfredo toccava: tutto ciò che ai tre fratelli apparteneva nel castello e nel feudo di Scipione, nel feudo di Tosca, nel feudo di Vigoleno, in Gropero, in Ilio, nella quarta parte di Lisecheto, in Salsomaggiore e Salsominore, in Pozolo, in Fontanabroccola, in Gravago e in Varsi con la metà dei pozzi da sale dei due Salsi (tratto dal volume “Nelle terre dei Pallavicino”, vol. 5 in preparazione).
Della presenza dei Pallavicino a Scipione rimangono molti indizi: i più rilevanti sono lo stemma del casato, dipinto a fresco all’interno del rivellino d’accesso al castello, un corredo sacerdotale di seta riccamente lavorata con stemmi ricamati in oro e un ostensorio per le reliquie della Santa Croce con il basamento inciso a bulino.
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