Scipione (m. 200 s.l.m.) è una frazione del comune di Salsomaggiore Terme, dal cui capoluogo dista 2 km. circa. Il nome deriverebbe, secondo la tradizione popolare, da Scipione l’Emiliano, zio del vincitore di Cartagine, che avrebbe fatto costruire la sua Villa Romana nel luogo dove sorge il castello.
Il territorio di Scipione si estende tra Salsomaggiore e il fiume Stirone e gli agglomerati di case più consistenti sono il Castello, il Ponte, Case Passeri.
La popolazione attuale è di circa 400 persone, occupata in parte nel settore agricolo, caseario e in parte nel terziario.
Ricco di storia è il Borgo e il Castello di Scipione.
Nell’anno 975 Oberto Pallavicino fondò il cosiddetto "Stato Pallavicino", Feudo immediato dell’impero posto tra Parma, Piacenza, il fiume Po e lo spartiacque appenninico.
I Marchesi Pallavicino eressero nella valle dello Stirone, diversi castelli collocati in luoghi strategici in modo da controllare la valle e respingere ogni attacco nemico.
I più importanti sono: il Castello di Tabiano, costruito intorno al sec. XI e teatro poi di dure battaglie tra Guelfi e Ghibellini (i Pallavicino erano Ghibellini); il Castello di Gallinella, fondato nel sec. XI da Alberto Pallavicino contemporaneamente al vicino Contignaco sulla sponda destra del torrente Ghiara (oggi rimane solo un alto sperone tra sterpi e rovi); Il Castello di Bargone, proprietà del figlio di Federico Barbarossa, passato poi dalla proprietà dei Rossi ai Pallavicino; il Castello di Pellegrino fondato nel 981 da Alberto de Baden, capostipite dei Pallavicino; il Castello di Vigoleno, che prima di diventare dal 1200 in poi il centro di potere della famiglia Scotti, fu per un po’ di tempo dei Pallavicino; e in fine il Castello di Scipione fondato da Alberto Pallavicino nel 1025. Questo Castello subì lungo i secoli diversi assalti, prima da parte dei Rossi e dei Da Correggio, quindi da Ottobre Terzi.
Fu largamente trasformato nel sec. XV adeguandolo alle nuove esigenze difensive ed in modo che facesse sistema col Borgo. Risale a quel periodo la Torre detta "Piacentina".
Il Castello rimase in mano alla famiglia Pallavicino, salvo per certi periodi a famiglie imparentate, fino a quando fu donato, dopo la prima guerra mondiale, dalla Marchesa Clelia Pallavicino Fogliani all’"Opera Nazionale Orfani di Guerra" per essere utilizzato come "Colonia Agricola" per gli orfani dei contadini morti in guerra (nel 1925 fu aperta la Colonia con 65 ragazzi orfani e 10 superiori).
Nel corso della seconda guerra mondiale, il Castello servì come campo di concentramento per i prigionieri di guerra, per poi diventare negli anni successivi, colonia estiva della Pontificia Opera di Assistenza di Parma.
Dopo l’acquisto nel 1969 da parte di Cristian Frederic Pier von Holstein e di sua moglie Maria Luisa Pallavicino, il Castello è ritornato alla sua famiglia fondatrice.
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